LO STUDIOLO DI UMBERTO ECO

Se Dio esistesse, sarebbe una biblioteca.

Umberto Eco

Ortelius, Theatrum orbis
terrarium, Antverpiae, Aegidium
Radaeum Gandensem, 1575


Considerato il primo atlante della modernità, il Theatrum del
fiammingo Ortelius (1527-1598) viene stampato per la prima volta
nel 1570 da Gilles Coppens de Diest ad Anversa. È costituito da
una serie di mappe commentate e, nel tempo (edizione 1612), si
è accresciuto sino a raccoglierne 167.

Ole Worm, Museum Wormianum, Lugduni Batavorum, ex officina Elseviriorum, 1655
Medico, filologo, proto-archeologo, Ole Worm cerca nel suo museo immaginario – che cataloga tutto – di fare ordine in una delle collezioni più eteroclite del Seicento, fra piante, animali, pietre, offrendo una sorta di prototipo dei futuri musei naturali.

Una biblioteca su misura

Aby Warburg, Gertrud Bing e Franz Alber a Roma

Il gambito di Esau e la nascita della biblioteca
Alla fine del XIX secolo, Aby Warburg si mette alla ricerca delle antiche radici della pittura rinascimentale giungendo a ridefinire il concetto di biblioteca. Nato da una delle più ricche famiglie di banchieri in Europa, Warburg cede al fratello il diritto di gestire la banca in cambio della garanzia di un sostegno a vita per i suoi libri. Come studioso, Warburg sviluppa un approccio radicale alla storia dell’arte, tale da spiegare misteriosi simboli e figure in movimento che ricollegano un artista come Botticelli a un autore
come Ovidio. Nella ricerca di una nuova scienza dell’immagine, Warburg guarda non tanto al museo, alla galleria o al laboratorio, ma piuttosto alla biblioteca. [b.s.]

La mappatura della memoria

Bilderatlas Mnemosyne

Riflessioni sulla memoria
Incidendo la parola Mnemosyne sopra l’ingresso della sua sala di lettura, Aby Warburg invita coloro che intendono entrare a farlo sotto l’incantesimo dello spirito che anima la sala. Il nome invoca la dea greca della memoria, madre di tutte le nove muse. La collezione di Warburg è dunque emblema della nostra
memoria culturale collettiva. Proprio come il suo famoso Bilderatlas Mnemosyne combina immagini di diversi periodi e culture entro costellazioni cartografiche, Warburg immagina la sua biblioteca come strumento per indagare i dilemmi in tutte le arti e le scienze. [b.s.]

Cambiare il paesaggio del pensiero moderno

Hypnerotomachia Poliphili

Giordano Bruno
Umberto Eco, da giovane studioso, scopre il pensiero occulto e neoplatonico. Come Frances Yates, è convinto che tale mondo fornisca la chiave di comprensione di gran parte del Rinascimento. Il primo lavoro di ricerca di Frances Yates si sviluppa attorno alla figura dell’umanista rinascimentale John Florio. Tale studio la porterà a rivedere l’immagine precostituita di Giordano Bruno, quale semplice apologeta del copernicanesimo, bruciato per la sua fede in un universo eliocentrico. Le si rivelerà, invece, come una figura molto più eretica, un panteista solare, le cui argomentazioni, facendo proprie idee di matrice copernicana, avevano il potere di scuotere le fondamenta del cattolicesimo romano. [j.m.b.]

Libri che parlano di libri

Tesoro e Museo del Duomo

Il nome della rosa
Il primo romanzo, nato quasi per gioco con l’idea di scrivere un romanzo per pochi amici-estimatori, è anche un grande puzzle di citazioni e di riferimenti a opere e oggetti medievali e non (miniature, bassorilievi, sculture, manoscritti) che hanno ispirato e nutrito la scrittura di Umberto Eco. Alla fine degli anni settanta quando lavorava all’ideazione e alla stesura del romanzo, Eco non aveva ancora inaugurato la sua Bibliotheca semiologica, curiosa, lunatica, magica et pneumatica: l’enorme successo de Il nome della rosa gli ha verosimilmente fornito i mezzi per soddisfare la grande passione per i libri, anche come oggetto da collezione. [c.m.]

Sospettare sempre

Ars Magna Sciendi…

Il pendolo di Foucault
Prendete le dieci Sefirot, ovvero gli strumenti con cui la Divinità Infinita (Or Ein Sof) segna attraverso i suoi Nomi il piano ordinato della creazione. Portate un giovane studioso dei templari a percorrere la storia di una combinatoria pressoché infinita. Ponete queste immagini negli anni settanta del secolo scorso, tra una casa editrice milanese e un bar à la page, l’avvento del terrorismo e la fine della luna di miele tra il Paese e la sua meglio gioventù. Condite con una sensuale avventura in Brasile. Poi personaggi strani, colonnelli, trame occulte. Templari. Rosacroce. Cabalisti di ogni tempo ed età. Ermetismo, mnemotecniche, gesuiti e computer dai nomi rabbinici (Abulafia). Il tutto tra una casa di campagna nel basso Monferrato e il Conservatorio delle Arti e Mestieri di Parigi, al cospetto del continuo e incessante movimento di una sfera, il Pendolo, che descrive le proprie oscillazioni con sincronica maestà. Cercate un senso a tutto questo: i complottisti non mancheranno. [r.f.]

Bibliotheca semiologica, curiosa, lunatica, magica et pneumatica

Obeliscus Pamphilius

La ricerca della lingua perfetta nella cultura europea
La ricerca della lingua perfetta nella cultura europea esce nel 1993 in una collana diretta dallo storico francese Jacques Le Goff, in contemporanea, nelle cinque lingue dell’Unione Europea. Si occupa di una delle ossessioni della cultura europea (e non solo): il tentativo di porre rimedio alla confusione babelica delle lingue, battendo strade diverse che andavano dal recupero di lingue storiche mitizzate, all’invenzione di lingue artificiali che potessero esprimere per combinatoria tutti i possibili contenuti. È il testo in cui Eco maggiormente attinge alla propria Bibliotheca. [c.m.]

Omaggio al romanzo

L'isola del giorno prima

Omaggio al Romanzo, L’isola del giorno prima (1994) si apre sul passato, e si riavvicina al presente, seguendo i fili della memoria di Roberto de la Grive, il protagonista. L’angusto spazio di una nave su cui ha fatto naufragio nei mari del Sud, non impedisce a Roberto di viaggiare per un romanzo che entra in un altro e in un altro, e in un altro grazie alle metafore che li animano: la nave, l’assedio di Casale, quello alla donna amata, i codici velati, le scoperte di sé e quelle geografiche, le conquiste scientifiche e quelle politiche.
Non più la terra, né un’Europa debole e divisa dalla guerra dei Trent’anni, ma il romanzo è, insieme, emblema e centro di quest’universo aperto, come quello del Borromini, del Caravaggio, della musica di van Eyck e della secca prosa di Galilei. Nell’ossessiva caccia alle longitudini e al Punto Fijo, Roberto – e con lui il lettore – troveranno un ordine nella memoria e un senso al continuo cercare un’isola altrimenti irraggiungibile, perché sempre sita un giorno prima. [r.f.]

Autentiche notizie false

Mille e una notte

Baudolino
Uno degli interessi costanti della ricerca e dell’avventura intellettuale di Umberto Eco è il rapporto tra vero e falso. Il secondo romanzo medievale, Baudolino, è un momento importante di questo asse di ricerca. La sua caratteristica è quella di mescolare il resoconto attendibile fondato su fonti storiche accreditate, come Niceta Coniate e Ottone di Frisinga, con i racconti fantastici del protagonista, che fanno largamente leva sull’immaginario medievale, cui già in parte attingeva Il nome della rosa. [c.m.]

L’enciclopedia della memoria

La difesa della razza: scienza, documentazione, polemica

La misteriosa fiamma della regina Loana
La teoria semiotica di Umberto Eco ruota attorno al concetto di Enciclopedia: memoria semantica, biblioteca delle biblioteche, insieme completo di tutto ciò che l’umanità ha pensato, detto, scritto e depositato sotto forma di incisioni rupestri, detti e proverbi, libri, dipinti, fotografie, dischi, e ogni altra traccia materiale che registra la vita delle comunità umane passate e presenti. Ma qual è il rapporto tra la memoria enciclopedica di una collettività e la memoria autobiografica degli individui? È possibile recuperare il ricordo delle proprie esperienze personali immergendosi nella rilettura dei testi con cui ci si è formati? È quanto tenta di fare Yambo, protagonista della Misteriosa fiamma della regina Loana, riemerso da un coma che ha cancellato
ogni suo ricordo personale, lasciandogli viceversa intatta la memoria semantica. Alla ricerca della sua madeleine, Yambo sprofonda nell’Enciclopedia di un bambino cresciuto ai tempi del fascismo. [v.p.]

Il complotto perfetto

Le Juif errant

Il cimitero di Praga
I Protocolli dei Savi Anziani di Sion (1920 circa) è un testo contraffatto che si maschera da documento autentico, attingendo da un repertorio di romanzi, libelli e dicerie calunniose per accusare gli ebrei – i presunti artefici del documento – di tramare alle spalle dei gentili attraverso le strategie dell’impostura, del doppio gioco e della cospirazione, laddove gli unici a complottare per davvero sono gli anonimi antisemiti autori del falso. I Protocolli condensano l’intera gamma delle violazioni possibili nei confronti della verità storica. Un teatro di specchi bugiardi che potrebbe stordire, se Eco non ripercorresse l’avventurosa genesi di questo falso mostruoso. Da dietro le spalle dell’unico personaggio fittizio del Cimitero di Praga assistiamo al lavoro creativo del falsario, mentre si barcamena tra le richieste dei suoi vari committenti, di modo che i Protocolli prendono gradualmente forma sotto i nostri occhi, passo dopo passo, strato dopo strato, menzogna dopo menzogna. [v.p.]

Formosità deformi e formose deformità

Oeuvres de Maitre François Rabelais

Storia della Bellezza e Storia della Bruttezza
Nella Storia della Bellezza e nella Storia della Bruttezza Umberto Eco si interroga sui valori e i modelli che hanno, nei secoli, ispirato l’estetica occidentale (nelle forme artistiche e nelle forme del quotidiano). Eco individua negli ideali prima pitagorici e poi tomistici, di armonia e proporzione i criteri che più hanno influenzato l’ideale di Bellezza occidentale. La Bruttezza, di converso, associata ora al diabolico ora al mostruoso, si esprime nella disarmonia di creature che sfidano la norma. È brutta la disproporzione, la dissimmetria, l’anomalia, tanto negli esseri umani quanto negli esseri animali. [a.m.l.]

Mondi immaginati

Liber Chronicarum cum figuris

Vertigine della lista e Storia delle terre e dei luoghi leggendari
Per Eco studiare quali forme prenda l’immaginazione è un’operazione fondamentale per capire la storia della cultura. Una delle forme per lui più interessanti, perché va dallo scudo di Omero alle pagine di Joyce, è quella dell’elenco: liste di cose e di luoghi che danno il senso dello stupore, dell’infinità, della non ordinabilità del mondo. Fra i luoghi dell’immaginazione, un posto particolare occupano anche le terre leggendarie, nelle cui fantasie si esprimono i principi etici, estetici, politici delle varie epoche dell’Occidente. Leggende e illusioni sono per Eco sempre qualcosa di reale: motori concreti di pensieri, emozioni, esplorazioni… [a.m.l.]